Modì, mon père.



Modì, mon père
una produzione di Teatri d’Imbarco con il sostegno del Comune di Firenze, Regione Toscana, Chiantibanca
Dopo L’armadio di famiglia e Un matrimonio quasi felice, Indagine d’amore di Nicola Zavagli costituisce l’ultimo capitolo di una trilogia dedicata alla famiglia, sentita come cuore rivelatore della condizione umana e specchio per una riflessione sul mondo contemporaneo.
Protagonista una madre colta, democratica, impegnata nel sociale come psicoterapeuta, immune da qualsiasi forma di razzismo, finché un giorno la figlia non le porta in casa il “mondo nuovo” ovvero l’amore per un clandestino.
Un meccanismo da commedia per raccontare le nostre paure, il nostro disordine amoroso, la nostra insicurezza. L’obiettivo è quello di promuovere una riflessione sulla metamorfosi delle relazioni familiari nell’evoluzione di un contesto sempre più marcatamente multiculturale.
Mettere a confronto il crollo della famiglia con il fenomeno dell’immigrazione; la confusione dei nostri rapporti sentimentali con il nutrimento ambiguo e vitale dello straniero.
La storia si muove tra un paesaggio esterno, in quelle crepe dove forse s’annidano le ragioni di certi conflitti sociali, e un interno domestico, dove affiorano le dinamiche nevrotiche di una famiglia in bilico tra resa dei conti e separazione.
Alla fine l’amore esplode lasciando non si sa cosa, forse solo altra solitudine.
Del resto tentare di leggere un futuro per la famiglia è difficile, quasi impossibile. Per cui davanti all’asprezza dei tempi non ci resta che indagare ancora una volta miserie e meraviglie delle relazioni umane.
Protagonista una madre colta, democratica, impegnata nel sociale come psicoterapeuta, immune da qualsiasi forma di razzismo, finché un giorno la figlia non le porta in casa il “mondo nuovo” ovvero l’amore per un clandestino.
Un meccanismo da commedia per raccontare le nostre paure, il nostro disordine amoroso, la nostra insicurezza. L’obiettivo è quello di promuovere una riflessione sulla metamorfosi delle relazioni familiari nell’evoluzione di un contesto sempre più marcatamente multiculturale.
Mettere a confronto il crollo della famiglia con il fenomeno dell’immigrazione; la confusione dei nostri rapporti sentimentali con il nutrimento ambiguo e vitale dello straniero.
La storia si muove tra un paesaggio esterno, in quelle crepe dove forse s’annidano le ragioni di certi conflitti sociali, e un interno domestico, dove affiorano le dinamiche nevrotiche di una famiglia in bilico tra resa dei conti e separazione.
Alla fine l’amore esplode lasciando non si sa cosa, forse solo altra solitudine.
Del resto tentare di leggere un futuro per la famiglia è difficile, quasi impossibile. Per cui davanti all’asprezza dei tempi non ci resta che indagare ancora una volta miserie e meraviglie delle relazioni umane.
Gallery Fotografica
Dettagli
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Atto/iDue
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drammaturgia e regiaNicola Zavagli
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liberamente tratto daModigliani, mio padre di Jeanne Modigliani
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conBeatrice Visibelli, Marco Natalucci
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violoncelloGinevra Pruneti
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live videoFederica Toci
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