Skip to main content

La civetta di Sciascia.

La civetta di Sciascia
La civetta di Sciascia
La civetta di Sciascia

La civetta di Sciascia

Ovvero La linea della palma è salita fino a Firenze

Tanti anni fa si pensava che la mafia sarebbe rimasta confinata in Sicilia. E che la camorra e la ‘ndrangheta non sarebbero uscite dalla Campania e dalla Calabria. Poi si siamo accorti che non era così. Un italiano che aveva visto tutto per tempo è stato Leonardo Sciascia: grande scrittore e lucido pessimista, capace di guardare lontano. Sciascia spiegò “la teoria della palma” per indicare l’espansione della mafia al Nord ne Il giorno della civetta (1961).

“Forse tutta l’Italia sta diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è proprio della vegetazione della palma, viene sù, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…”

Una visione profetica. Una visione precisa dell’attualità, polemica e partecipe, e una necessità insopprimibile a pensare un mondo migliore e più giusto. Per cercare di arrestare il diffondersi di una certa mentalità paramafiosa che ha invaso forse non solo l’Italia, ma addirittura l’Europa.

Anche la Toscana non è più terra immune da infiltrazioni della criminalità organizzata. Attraverso il confronto con la grande letteratura possiamo creare una conoscenza dei meccanismi di potere e di minaccia in cui agisce la mafia, la sua dimensione stratificata a vari livelli, il suo appoggiarsi al silenzio degli onesti, all’atteggiamento omertoso. Il giorno della civetta ne è un esempio illuminante, un punto di riferimento, di grande forza suggestiva e persuasiva.

Il grande romanzo sciasciano riesce magistralmente a restituire i nessi, i legami, le doppie verità, gli intrecci dei vari livelli in cui si muove la mafia tra gerarchia politica, amministrativa e giudiziaria. Una costruzione narrativa che segue la tecnica del montaggio cinematografica con rapide ellissi narrative, dialoghi di personaggi anonimi, monologhi nell’ombra. La doppia inchiesta, l’inquinamento delle prove, la rete di protezioni. Una messa in scena del romanzo, mantenendo la scansione esatta delle scene e la voce narrante con la sua lucida e tagliente ironia. La storia di una continua sconfitta della ragione e di coloro che nella sconfitta furono personalmente travolti e annientati.

Condividimi sui social —

Gallery Fotografica

Dettagli

  • adattamento e regia
    Nicola Zavagli
  • con
    Beatrice Visibelli, Marco Natalucci, Giovanni Esposito, Giulia Attucci
  • scene e luci
    Niccolò Ghio
  • costumi
    Cristian Garbo

Potrebbe interessati anche...

Altri spettacoli in scena

Gli spettacoli prossimamente in scena. La programmazione e le informazioni dettagliate su ogni singolo evento.
Con il sostegno di
Associato a
Partner
Media Partner